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Archivio di Stato di Modena

Giuseppe Campi all'età di 83 anni

Ritratto a fototipia (1871)
Studio Danesi Roma

Nel ritratto Campi indossa le due decorazioni degli Ordini della Corona d'Italia e dei SS. Maurizio e Lazzaro e stringe tra le mani quello che appare come un berretto da fumo "alla garibaldina", un capo alla moda nella seconda metà del XIX secolo, forse evocativo anche del suo impegno risorgimentale 


La firma di Giuseppe Campi


Il viale dedicatogli a S. Felice sul Panaro.
Anche a Modena una strada è stata intitolata a Campi.


Giuseppe Campi

Nato a San Felice sul Panaro (Modena) il 27 settembre 1788 ed ivi morto il 22 maggio 1873, direttore dell’Archivio palatino, poi Archivio governativo, poi Archivio di Stato, in Modena, dal 18 agosto 1859 al 27 aprile 1873. 

Giuseppe Campi, ufficiale napoleonico nel Regno d’Italia, prese parte ai moti del 1831, in seguito ai quali fu incarcerato, deportato in Austria e poi esiliato in Francia. Nel 1848 fu nominato direttore dell’Archivio estense o palatino dal Governo provvisorio, alla caduta del quale riparò in Piemonte, ove nel 1854-1855 fu preside del Collegio di Chieri. Fu studioso della Divina Commedia, preparò una storia del Consolato e dell’Impero, collaborò col Tommaseo nella compilazione del dizionario della lingua italiana. Il 18 agosto 1859 fu richiamato a Modena da Luigi Carlo Farini, dittatore dell’Emilia, e nominato direttore dell’Archivio. A Modena gli è intitolata una via cittadina e a S. Felice un viale.

Tra le sue pubblicazioni:
- Memoria sugli Archivi governativi di Modena, negli Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, vol. I, 1863;
- Illustrazione dell’Archivio demaniale di Modena, ivi, vol. I, 1863;
- Cenni storici sull’Archivio segreto estense ora diplomatico (o palatino), ivi, vol. II 1864; (pdf)
- Relazione sugli studi filologici in servizio del Dizionario italiano e sulla Divina Commedia, in Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, 1863;
- Di Alfonso Gioia da Ferrara, spositore della Divina Commedia nel sec. XVII, ivi 1865;
La Ceccheide di Giuseppi Campi, D. Rubboli editore, 1974 (estratto in pdf)

Gli «Archivi di Modena», di cui era a capo il segretario di II classe prof. Giuseppe Campi, contavano su dodici  impiegati: gli applicati di I classe Giuseppe Venturelli e Angelo Mignoni, quelli di II cav. Mauro Sabbatini e Ludovico Martinelli, di III Francesco Morandi e Carlo Montruccoli, di IV conte Giorgio Ferrari Moreni, Eugenio Cavazzuti (21) e Ferdinando Gozzi (22), il volontario Bernardino Ramazzini (20) e l’«applicato extra ordinem» Cesare Cerretti (8), «direttore in disponibilità della soppressa tipografia camerale di Modena».

(Tratto da Repertorio del personale degli Archivi di Stato,Volume I (1861-1918), a cura di Maurizio Cassetti, Elio Lodolini, Roma 2008, pp. 41-42 e p. 18)

Figlio del Maggiore Comandante Gaspare Campi e di Francesca Piombini, della sua straordinaria vita politica ed intellettuale ci ha lasciato testimonianza Cesare Cerretti attraverso un suo opuscolo pubblicato nel 1889: - Commemorazione dell’ingegnere Comm. Giuseppe Campi - Cenni storici biografici tratti da documenti esistenti nell’Archivio di Stato di Modena, da carte private e da scritti dell’illustre uomo (pdf).
  
Dal suo Stato di Servizio sappiamo che nel 1809, in piena dominazione francese, divenne sottotenente della R. Scuola di Artiglieria e Genio e nel 1812, come tenente, ottenne dal vicerè Eugenio di Beauharnais la Spada d’onore per l’incombenza di armare Peschiera. Con la Restaurazione, nel 1814 fu pensionato dal Duca di Modena come ex Ufficiale dell’Armata italiana. Nel 1819 fu chiamato a Padova quale Direttore della Tipografia della Minerva. Partecipò ai moti del 1831 restandone gravemente ferito la notte del 3 febbraio, fu quindi promosso al grado di Capitano d’Artiglieria con decreto del Governo provvisorio. Catturato dagli Austriaci fu portato a Venezia e incarcerato fino al luglio del 1832. Andò poi esule in Francia dove rimase fino al 1842 quando, graziato dal Re Carlo Alberto, ottenne di rientrare a Torino, dove iniziò quale collaboratore alla prima "Enciclopedia" di Casa Pomba (la Casa Editrice divenuta poi UTET). 
Nel 1848 fu nominato Direttore dell’Archivio Secreto Estense con decreto del Governo provvisorio del 22 maggio. Col ritorno degli Austro-estensi si allontanò da Modena e si recò a Firenze ma con l’occupazione austriaca del 1850, riparò in Svizzera. Nel 1853 rientrò in Piemonte, e fu nominato Preside del Collegio convitto di Chieri, dando anche lezioni di lingua e letteratura francese. A sua firma gli elogi funebri delle due Regine e del Duca di Genova.
Nel 1857 divenne collaboratore al "Gran Dizionario italiano" che si stampava a Torino, diretto da Tommaseo. Nel 1859 fu richiamato al suo ufficio di Direttore dell’Archivio Secreto Estense, dopo la risoluzione dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo modenese alla riunione al Regno sardo. Nel 1860 divenne membro della Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi, e della Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena.
Nel 1861 con Decreto Reale venne confermato nel suo ruolo di Direttore col titolo di secretario di 2^ classe degli Archivi governativi di Modena.

Queste le sue parole tratte da una minuta del 22 maggio 1860 indirizzata all’Onorando Sig. Tenente Colonnello (forse Ferrari, Comandante Militare del Circondario di Modena) per ottenere la modesta pensione che gli poteva spettare quale ex Capitano d’Artiglieria:
La storia dei miei ultimi 46 anni si riassume in pochi versi. Dal 1814 in poi cospirai sempre contro la straniera dominazione; sono il Nestore degli esigliati. Ho sacrificato il censo paterno per la causa italiana; per essa ho sofferto la povertà, la fame e tutti i dolori della vita ramminga […] Il primo sangue versato nel tentato mutamento del 1831 fu il mio […] Ma gli anni miei sono 72, soffro di gotta, gli occhi mi servono male, mi pesa l’angoscia delle lunghe scale e darò la mia demissione appena avrò ottenuta la mia pensione militare.

Le sue ripetute istanze per essere collocato a riposo dovettero attendere fino all'aprile del 1873, un mese prima della sua morte, ma già dal 1871, a causa delle sue precarie condizioni di salute, fu sostituito da Cesare Foucard che gli subentrerà nella direzione dell’Archivio di Stato.

 

Regolamento per gli uscieri stilato da Giuseppe Campi

(ASMo, Archivio amministrativo, Atti dell'Archivio governativo, anno 1861)

Campi introduce il divieto di fumo nei locali dell'Archivio

(ASMo, Regio Archivio di Stato di Modena, Atti della Direzione, protocollo riservato, anno 1865) 

Tabella delle festività dal fascicolo del "Nuovo Regolamento Ministeriale da farsi osservare in questi Archivi Governativi" (gennaio 1870)

(ASMo, Regio Archivio di Stato di Modena, Atti della Direzione, protocollo riservato, anno 1870, b. 499) 

 

 



Ultimo aggiornamento: 28/09/2023